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INNOVAZIONE E TRADIZIONE: IL CASO DELLA CONGREGA DI BRESCIA

La Congrega della Carità Apostolica è una antichissima istituzione di beneficenza, privata e di ispirazione cristiana, laica e indipendente, fondata a Brescia nel 1535, ma le cui radici risalgono ad alcuni secoli prima, al Duecento.

Attualmente nell’assetto istituzionale figurano anche altre sette Fondazioni nate negli ultimi cento anni, che hanno deciso di essere amministrate dalla Congrega: la Fondazione conte Gaetano Bonoris; la Fondazione Luigi Bernardi; la Fondazione Guido e Angela Folonari; la Fondazione Alessandro Cottinelli; la Fondazione Dominique Franchi Onlus; la Fondazione Pasotti Cottinelli Onlus; la Fondazione Liliana Giordano e Giuseppe Scalvi. A queste si aggiungono le partecipazioni ad altre istituzioni caritatevoli, legate soprattutto al territorio bresciano, ma anche a quello mantovano.

Negli ultimi anni, la Congrega è cresciuta e conseguentemente è andata modificando la sua struttura organizzativa, i cui ambiti di intervento sono:

  • minori,
  • adulti,
  • anziani,
  • sostegno al non profit,
  • casa.

I principali settori di attività della Congrega sono la beneficienza e i servizi abitativi, in quanto, nel tempo, la Congrega ha beneficiato di molte donazioni e lasciti in beni immobiliari.

Per quanto riguarda la beneficienza, i servizi erogati sono sia forme di sussidio alle persone, sia erogazioni a enti e associazioni. Il primo servizio è oggi strutturato soprattutto come forma di sostegno non solo attraverso elargizioni monetarie dirette (in cash) ma anche in “buoni” (titoli sociali) per l’acquisto di alimenti o farmaci, di ausili sanitari oppure di sostegno alla copertura delle spese per l’abitazione o quelle scolastiche. Nel 2014, secondo il “bilancio sociale”, la Congrega ha aiutato 1.185 famiglie. Il totale della spesa per beneficienza ammonta a più di 1,4 milioni di euro, diviso in erogazioni alle persone (537 mila euro), erogazioni a enti e organizzazioni (618 mila), attività di ascolto e assistenza (257 mila).

L’altro settore principale di attività è quello dell’abitare: la Congrega a Brescia offre alloggi a canone inferiore rispetto a quello di mercato. Nel bilancio 2014, su un patrimonio immobiliare di 568 unità abitative, 459 sono con finalità di sociale (l’81%). Si tratta infatti della principale forma di finanziamento della Congrega.

Per gli anziani, inoltre, la Congrega offre circa 50 minialloggi protetti, come forma alternativa all’ingresso in strutture assistenziali (oltre a una residenza socio-assistenziale (RSA) gestita dalla Fondazione Pasotti Cottinelli Onlus con 54 posti). Per gli studenti, infine, ci sono due residenze per universitari da 41 posti letto, assegnati con bando pubblico conforme alle norme regionali.

Un nuovo paradigma per l’innovazione 

La finalità del progetto welfareresponsabile.it è lo studio di casi interessanti ma anche innovative. In che senso può dirsi innovativa una istituzione benefica di antichissima tradizione? Come si può fare innovazione all’interno di un percorso istituzionale ereditato da cinque secoli di storia?

Per rispondere a questa domanda, occorre innanzitutto definire più precisamente che cosa si intende in questo contesto per innovazione sociale. Il primo aspetto riguarda la lontananza dell’innovazione sociale, come qui viene intesa, da qualsiasi teoria della modernizzazione, che contrapponga rigidamente modernità a tradizione e che, nel nostro campo di analisi, veda nel modello di Welfare State postbellico la sola e possibile configurazione dei servizi alla comunità e alla persona. Se la teoria della modernizzazione tendeva a enfatizzare, soprattutto nella sua vulgata, i soli aspetti della razionalizzazione e dell’individualismo, la crisi dell’attuale sistema economico e sociale, sembra mettere in discussione in maniera definitiva uno schema difficilmente applicabile alla realtà. Le prospettive di crescita economica molto debole fanno infatti intendere quanto sia in crisi un modello che pensa all’innovazione come il solo aumento della produttività. La fine delle fasi storiche che motivarono a suo tempo la nascita delle teorie della modernizzazione spinge piuttosto a ripensare modelli che potevano essere intesi come tradizionali e retaggio del passato. L’innovazione sociale può definirsi piuttosto, nel campo dei servizi e quindi del nuovo sistema di welfare, come la proposta di idee (e servizi) che soddisfano i bisogni sociali in modo più efficace che nel modello tradizionale di welfare, capaci al contempo di creare nuove relazioni e collaborazioni. La chiave di volta da questo punto di vista è la capacità della società civile stessa di essere più attiva.

In questo senso, anche le istituzioni più tradizionali, quando siano capaci di rinnovare se stesse e di ripensarsi, si dimostrano capaci di proposte realmente innovative. Per quanto riguarda la Congrega, si deve tenere conto che il rinnovamento della prospettiva è stato accompagnato anche da un ricambio generazionale.

Il tratto che sembra caratterizzare l’offerta innovativa della Congrega è la capacità di presentare servizi di welfare nuovi per rispondere a bisogni tradizionali (come l’abitare o la sussistenza di chi si trova sulla soglia della povertà). La seconda caratteristica è quella di rendere questa offerta sostenibile pur in un periodo di grave crisi economica come questo e pur in presenza di problemi di raccolta di risorse.

Tutto questo può avvenire proprio grazie alla capacità di fare rete con altri (tanto di divenire quasi una “holding sociale”) e di sostenere le reti esistenti (attraverso i bandi aperti ad altre associazioni). La riflessione sulla creazione di relazioni sociali positive ha mostrato in questi anni come sia possibile creare beni di tipo diverso da quelli economici: una ricchezza, un capitale che riveste un valore sociale anche superiore a quello economico: creare e curare le reti e le relazioni sociali.

Infine, il quadro entro cui si muove questa offerta di servizi e sostegni può essere definito innovativo anche per la tendenza a rendere autonomi e non dipendenti coloro che si rivolgono alla Congrega per un supporto.

Rete, supporto e autonomia sono le parole chiave per comprendere il senso dell’innovazione di questo caso.

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