La proposta del Welfare Responsabile è essenzialmente aperta.
Che cosa significa?
Uno degli elementi qualificanti è che l’ascolto (cioè l’osservazione dei fenomeni sociali) non si conclude in una prima fase sul campo, per poi esaurirsi nella riflessione accademica.
Essa rimane aperta, innanzitutto, al contributo e alla critica di altri che, condividendo l’impostazione culturale, vorranno mettersi in dialogo per un cammino che non può mai considerarsi terminato, in quanto sempre aperto anche ai mutamenti che la società stessa impone a chi la osserva.
La natura relazionale e anti-individualistica della nozione di persona che guida questo gruppo di lavoro, determina un metodo: le opinioni differenti, o dissonanti, non vengono escluse, ma sono parte di un percorso che è per sua natura aperto all’altro.
Ciò che si crea, quindi, non è una proposta definita una volta per sempre, ma è un percorso di riflessione e di confronto che è circolare. Lo schema procedurale può essere riassunto così: alla fase di ascolto segue la lettura dell’esperienza, la sua interpretazione e valutazione, per poi giungere alla formulazione di una proposta che genere il ritorno alla posizione dell’ascolto.
Si tratta di una circolarità virtuosa capace di mettere in evidenza in maniera creativa opinioni, idee e proposte talvolta differenti ma sempre convergenti nella finalità di garantire un futuro al welfare che sia sostenibile e giusto, come forma fondamentale della coesione sociale.
La prima tappa del lavoro, che ha portato alla pubblicazione del volume “Welfare Responsabile” e di una sintesi propositiva concentrata nel “Libro Bianco sul welfare responsabile” rappresenta quindi, insieme, il punto di arrivo di un percorso iniziale, ma al contempo il punto di partenza di una nuova fase del progetto, aperta al contributo di altri, di cui questo sito rappresenta una delle forme di comunicazione.