I drammatici eventi a cui assistiamo in questi giorni spingono gli studiosi di tutte le discipline a immaginare il nostro prossimo futuro e a prepararci al mondo che troveremo.
In questo breve testo provo a prefigurare alcuni tra i numerosi cambiamenti e le loro possibili conseguenze, che questa pandemia sta producendo e produrrà nei prossimi mesi sul sistema demografico. Per fare ciò mi avvalgo di una classificazione degli elementi del sistema demografico che lo vede composto dalle tre dimensioni interconnesse, dimensione/struttura, flussi e comportamenti (de Santis, 1997: 52).
L’impatto dell’epidemia di COVID-19 su donne e anziani
Il più immediato impatto della pandemia si ha evidentemente sulla mortalità (cioè sui decessi aggiuntivi), ma con effetti non solo dimensionali: aumentano i decessi ma soprattutto i decessi delle persone anziane e sembra confermato un effetto selettivo per genere (gli uomini sembrano essere più colpiti delle donne). Ciò produce fin da subito un impatto sulla vita attesa degli uomini e delle donne italiane, che potrebbe addirittura riportarci indietro ai livelli di dieci anni fa (Figura 1).
FIG. 1 – La speranza di vita alla nascita, secondo le tavole di mortalità di maschi e femmine 2018 (Istat, http://dati.istat.it/Index.aspx), indica una vita attesa di 82,98 anni. Ipotizzando un aumento, nelle età da 65 anni in poi, di 20.000, 50.000 e 100.000 decessi, le tavole così ricostruite farebbero retrocedere la speranza di vita ai livelli registrati, rispettivamente, nel 2016, nel 2013 e nel 2011.
Fonte: elaborazioni su dati Istat http://dati.istat.it/Index.aspx
L’effetto selettivo per genere, inoltre, potrà produrre un aumento delle famiglie di anziane sole, in controtendenza rispetto alle più recenti stime delle famiglie (Blangiardo, Rimoldi e Barbiano di Belgiojoso, 2020), per le quali si intravedeva invece una certa ripresa della modalità “coppia senza figli in età anziana” (Figura 2), risultato che era parso legittimato dall’accorciamento della distanza tra le aspettative di vita dei maschi e delle femmine, conseguito nell’ultimo decennio.
FIG. 2 – Propensione a vivere in famiglia, per sesso. Propensioni variabili, determinate sulla base del trend osservato nel periodo 2003-2018.
NB: le propensioni, per semplicità, possono essere lette come tassi, ad es.: nel 2018, il 61% dei maschi di 75 anni o più, vive in coppia senza figli. Fonte: Blangiardo, G.C., Rimoldi, S.M.L., Barbiano di Belgiojoso, E. Il futuro della famiglia in Italia: quali prospettive di cambiamento? In: Rapporto CISF-2020. Centro Studi Famiglia. In corso di stampa.
Il possibile impatto sui nuovi nati
Sempre sul fronte dei flussi si può prefigurare un possibile scenario circa le nascite: se da un lato la storia ci suggerisce come, nel passato, dai periodi di crisi la natalità ha sempre tratto vigore, dall’altro va osservato che a questa crisi sanitaria seguirà, ineluttabilmente, una crisi economica la cui portata, al momento, si mostra inquietante. E proprio gli effetti della crisi economica che seguirà determineranno i comportamenti delle coppie circa la riproduzione.
Flussi e comportamenti sono strettamente legati, e per vedere l’effetto dei comportamenti sui flussi bisognerà attendere la fine dell’emergenza sanitaria, l’evolversi della crisi economica, la sua durata e le fasce di popolazione coinvolte. Quanto all’effetto sui comportamenti, va osservato che l’Italia è già oggi il paese in Europa con la quota più elevata di NEET [1] tra i 25-34enni (29,7%, Eurostat), e con la propensione più elevata a vivere nella famiglia d’origine, anche fino ai 40 anni (Figura 3).
FIG. 3 – Propensioni a vivere in famiglia come figlio, per sesso e classi d’età. Propensioni variabili, determinate sulla base del trend osservato nel periodo 2003-2018.
Fonte: Blangiardo, G.C., Rimoldi, S.M.L., Barbiano di Belgiojoso, E. Il futuro della famiglia in Italia: quali prospettive di cambiamento? In: Rapporto CISF-2020. Centro Studi Famiglia. In corso di stampa.
Nella prospettiva di una ulteriore contrazione del sistema produttivo e di una riduzione di opportunità lavorative, questa fascia di popolazione andrà ulteriormente ingrossandosi, a meno di massicce (ed efficaci) politiche di inclusione nel sistema produttivo del paese. Dobbiamo anche interrogarci sugli effetti che il distanziamento sociale avrà sulla formazione delle coppie e sulla fecondità: il protrarsi delle misure di contenimento per un periodo sufficientemente lungo potrà influire negativamente sulle opportunità di incontro tra i giovani e sulla loro disponibilità (per paura e diffidenza) a fare coppia e dunque famiglia.
Il ruolo della famiglia, tra l’altro, sembra essere messo in causa da alcuni studiosi (Backhaus, 2020; Balbo, Billari e Melegaro, 2020) proprio per giustificare il terribile numero di morti che la pandemia ha generato in Italia: la “eccessiva” prossimità tra giovani e vecchi, è indicata come il veicolo attraverso il quale il virus si è largamente diffuso nella popolazione anziana.
In definitiva, una prevedibile contrazione della natalità e un aumento della mortalità (su anziani, soprattutto maschi), porterà ad un relativo ridimensionamento della consistenza e della struttura della popolazione, seppur senza invertire il processo di progressivo invecchiamento.
Alla fine del tunnel, forse saremo un po’ meno numerosi e relativamente un po’ più giovani, ma certamente saremo più soli.
Per approfondimenti sul quadro in Europa: https://population-europe.eu/news/demography-covid-19
[1] Not in education, employment or training.
Riferimenti:
Backhaus, A. (2020). Coronavirus. Why it’s so deadly in Italy. https://medium.com/@andreasbackhausab/coronavirus-why-its-so-deadly-in-italy-c4200a15a7bf
Balbo, N., Billari, F.C., & Melegaro, A. (2020). The strength of family ties and covid-19. Population Europe. https://population-europe.eu/news/demography-coronavirus
Blangiardo, G.C., Rimoldi, S.M.L., Barbiano di Belgiojoso, E. Il futuro della famiglia in Italia: quali prospettive di cambiamento? In: Rapporto CISF-2020. Centro Studi Famiglia. In corso di stampa.
De Santis, G. (1997). Demografia ed economia. Società editrice il Mulino.
Eurostat: https://appsso.eurostat.ec.europa.eu/nui/submitViewTableAction.do