IL LAVORO SOCIALE DI COMUNITÀ PER LA TUTELA DI BAMBINI E RAGAZZI

La sperimentazione del progetto Texère

La cura dei bambini e dei ragazzi non è responsabilità unica dei genitori, degli insegnanti, degli assistenti sociali presi singolarmente, ma di tutti questi soggetti messi in rete e non solo: è un dovere di tutti i cittadini.

È grazie a questa visione che è nato il progetto Texére. Insieme per tessere legami. Co-finanziato dalla Fondazione Cariplo e dalle istituzioni e cooperative partner per il triennio 2017-2020 all’interno del bando Welfare in Azione (http://welfareinazione.fondazionecariplo.it/it/). Questo progetto di comunità mira a “riannodare i fili spezzati”, ossia quelle relazioni fragili che gravitano intorno ai minori e alle loro famiglie. Il progetto nasce sul territorio dell’Ambito Distrettuale Visconteo Sud Milano e vede come partner gli 11 Comuni del Distretto (tra cui Rozzano e Pieve Emanuele), 11 organizzazioni attive nell’ambito sociale e l’Università Cattolica di Milano (https://www.texere.eu/).

La sfida di Texére

La sfida di Texére è quella di partire dal cosiddetto “lavoro di caso” (quello che coinvolge singole famiglie in difficoltà), per promuovere la dimensione collettiva di attivazione e di cura tipica del “lavoro di comunità”. L’ambizione del progetto è quella di potenziare, o costruire dove assente, una governance territoriale che possa favorire la nascita di azioni collettive innovative a sostegno delle famiglie in difficoltà nella crescita dei figli.

Il progetto ha coinvolto in primis gli operatori dei servizi sociali territoriali. Sono stati questi infatti a mettere in discussione il tradizionale modo di lavorare, riconoscendolo come in parte autoreferenziale e incentrato sulla singola famiglia, per andare a creare strumenti di condivisione con gli altri attori del territorio che lavorano per il benessere dei bambini e delle loro famiglie. Si è quindi creato un grande processo di confronto e di condivisione con le cooperative sociali, le scuole, le parrocchie, la Neuropsichiatria Infantile, i servizi per la formazione e l’orientamento al lavoro e l’Università. Accanto a questo, Texére ha deciso di spingersi oltre, traducendo in pratica l’idea che la «comunità» è primariamente l’insieme di tutti i cittadini del territorio, comprese le famiglie stesse, anche quelle in situazione di vulnerabilità.

Le diverse azioni che compongono il progetto e le attività che ne sono derivate sono state quindi pensate, costruite e implementate con tutti coloro che esprimono care verso bambini e ragazzi, attraverso una preziosa sinergia tra operatori sociali, policy maker e famiglie.

Entro una concezione di Welfare responsabile, il progetto Texére ha dato avvio a processi congiunti a livello micro e macro che hanno generato diverse azioni nell’ottica della corresponsabilità.

Le finalità del progetto

In sintesi, le azioni sorte all’interno del progetto possono essere raggruppate in tre grandi finalità.

La prima consiste nell’accompagnare e sostenere gli operatori, sia attraverso un percorso formativo, sia attraverso la riorganizzazione dei servizi, nell’acquisizione di un nuovo metodo di lavoro. Gli operatori dei servizi pubblici e del non profit si sono sperimentati nella facilitazione di processi di lavoro sociale di comunità e, attraverso un percorso di riflessione congiunta e di confronto reciproco, con l’accompagnamento di ricercatori e docenti unversitari, stanno definendo principi, indicazioni operative e accorgimenti per definire e sistematizzare un nuovo modus operandi per tutti i professionisti dei servizi coinvolti.

Una seconda finalità che il progetto Texére persegue è il miglioramento della collaborazione tra scuola e Servizi sociali. Per perseguire questo obiettivo si è operato su due grandi fronti. Da un lato è iniziato un lavoro di collaborazione con i genitori di alcune delle scuole appartenenti ai 9 Istituti comprensivi del territorio. Supportando e accompagnando i comitati dei genitori già attivi, si sono potuti organizzare momenti di formazione congiunta sulle competenze educative e si è sostenuto l’aiuto reciproco tra i genitori stessi.

Dall’altro lato, 406 insegnanti e operatori dei servizi sociali e degli sportelli psicopedagogici presenti nelle scuole hanno preso parte a una ricerca-azione per migliorare la loro collaborazione nel quotidiano. Sono stati così introdotti nuovi modelli di lavoro con le famiglie come, per esempio, le Family Group Conference, il portavoce per il minore, i Video Feedback. Sono sorte inoltre azioni per favorire il lavoro comune: laboratori di definizione di buone prassi, la costruzione di strumenti condivisi, momenti di formazione congiunta per arrivare all’acquisizione di un linguaggio comune e occasioni di scambio e confronto su vissuti difficoltosi e aspettative reciproche.

Le “Case per Fare Insieme”

Una terza finalità del progetto ha riguardato il coinvolgimento e l’attivazione delle famiglie del territorio. Per rispondere a questo sono stati costruiti luoghi di condivisione – quattro “Case per Fare Insieme” – e percorsi di partecipazione attiva. Questi spazi, recuperati, riqualificati e adattati alle esigenze di bambini, genitori e ragazzi, sono diventati occasione di incontro, di scambio di esperienze e di condivisione delle responsabilità genitoriali. Mettendo al centro la relazione, le Case per Fare Insieme sono diventati luoghi in cui operatori e volontari hanno potuto incontrare e conoscere le famiglie in contesti diversi, più liberi e spontanei. Grazie a questi incontri, in un clima di collaborazione, sono sorte diverse attività per rispondere a bisogni collettivi attraverso l’impegno diretto di famiglie e cittadini al fianco degli operatori.

Ciò che questa facilitazione di processi partecipati ha permesso di raggiungere primariamente è stato uno stimolo all’attivazione delle persone che sentivano l’esigenza di cambiare e di affrontare le proprie difficoltà, personali e familiari.

Gli attori della rete che hanno favorito questo processo stanno sperimentando un nuovo modo di lavorare tra loro e con le famiglie, non solo per le famiglie. Al di là delle tante azioni intraprese e dei tanti cittadini coinvolti, il cambiamento cui Texére ha dato origine risiede nel modo diverso con cui gli operatori guardano alla comunità nel suo insieme, guardando ai suoi membri come alleati e portatori di idee innovative e non solo di bisogno e difficoltà.

di Elena Cabiati e Chiara Panciroli

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