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UN BANDO PER RIGENERARE TERRITORI E COMUNITÀ

L’iniziativa di Assimoco che mette a disposizione 650.000 euro a fondo perduto

Giovedì 22 ottobre 2020 è stato presentato in streaming il bando di Assimoco ideeRete, finalizzato a sostenere lo sviluppo di progetti ​in grado di rigenerare comunità e territori a fronte dall’emergenza Covid-19 e attivare capacità imprenditoriali in grado di favorire la ripartenza e mitigare le conseguenze economiche, sociali e ambientali della pandemia.

Alla presentazione, tra gli altri, ha partecipato Vincenzo Cesareo, coordinatore della Rete Welfare Responsabile, che ha messo in luce la profonda sintonia tra i principi ispiratori del bando e quelli che hanno guidato la formulazione della proposta di Welfare Responsabile. Qui di seguito pubblichiamo il suo intervento.

Domanda: La pandemia ha riproposto l’importanza nel nostro Paese delle realtà del Terzo Settore. Quale insegnamento possiamo trarre da questa esperienza?

La pandemia che stiamo vivendo ha messo in luce con molta evidenza quanto sia indispensabile il Terzo Settore nel nostro paese.

In un recente report sul ruolo del Terzo Settore di fronte alla sfida del Covid-19 (Osservatorio SRM) si sono sviluppati in Italia tre filoni di solidarietà: aiuti di tipo alimentare, aiuti di tipo psicologico e aiuti di tipo medico, che hanno visto l’impegno di tutto il Terzo Settore nell’affrontare i drammatici problemi posti da questa critica fase della nostra vita. Tra essi l’emergenza alimentare, le situazioni inedite dei senza fissa dimora, l’assistenza alle donne vittime di violenza, gli anziani non autosufficienti, i minori che la chiusura delle scuole ha lasciato senza didattica in presenza e senza valide occasioni di socialità.

Pur tra mille difficoltà sono nati da zero reparti per la degenza post Covid-19, strutture di ospitalità di minori con entrambi i genitori affetti da Covid-19, iniziative di sostegno alle famiglie, di servizi di base come la spesa a domicilio. E ho citato solo alcuni dei numerosi interventi che il Terzo Settore del nostro Paese ha realizzato, innovando e investendo con molteplici iniziative.

Va ricordato che questa realtà rappresenta in Italia un motore sociale ed economico importante: vale circa 80 miliardi di euro, ovvero il 5% del PIL, occupa 1,14 milioni di lavoratori retribuiti e 5,5 milioni di volontari. Inoltre, lavora per far fronte a non poche necessità di oltre un terzo della popolazione italiana.

Tuttavia, il rischio che il Terzo Settore corre è sempre lo stesso: ci si ricorda di esso e si fa affidamento ad esso nei momenti di crisi, come quello che stiamo ora attraversando, per essere poi dimenticato quando l’emergenza è terminata.

Inoltre va segnalato che il Terzo Settore è coinvolto nella realizzazione di attività, ma molto raramente, se non per nulla, nelle prese di decisione che stanno a monte dell’operatività.

Il bando ideeRete intende proprio essere un’opportunità di risposta a una crisi importante che si innesta in un contesto già problematico. Il nome del bando, ideeRete, nasce dalla consapevolezza di pensare e di agire in ottica di sussidiarietà e integrazione condivisa. Oggi più che mai, quanto è importante pensare in ottica di rete per affrontare la crisi attuale?

 Occorre partire da una constatazione: la sempre più evidente impossibilità di assicurare un welfare valido da parte delle istituzioni pubbliche, poiché esse, da sole, non sono in grado di rispondere adeguatamente ai bisogni dei cittadini. E per due ordini di ragioni: da una parte, diminuiscono le risorse disponibili, dall’altra, aumenta la domanda e si estendono gli ambiti del welfare. Pertanto, diventa sempre più strategico e necessario coinvolgere altri attori, riconoscendoli come soggetti in grado di produrre benessere.

Nella nostra proposta di Welfare Responsabile il Terzo Settore è individuato quale pilastro fondamentale, insieme agli enti pubblici e agli attori del mercato, nella produzione del ben-essere per i cittadini, le famiglie, le comunità, adottando dunque non una logica dell’aut-aut, ma quella dell’et-et che si basa al principio dell’integrazione condivisa.

Di qui l’auspicio, che si riesca ad attivare una proficua collaborazione fra tutte le realtà a vario titolo chiamate in causa nel welfare: gli enti pubblici, gli attori profit e tutto il mondo del non profit, riconoscendo a quest’ultimo lo stesso rilievo e la stessa dignità attribuite alle altre due realtà.

Insomma, il Terzo Settore non va più inteso come complementare, aggiuntivo, rispetto al Welfare Statale, che come già evidenziato è peraltro in affanno.

Diventa sempre più indispensabile “unire le forze”, cioè lavorare in rete tra tutti i soggetti afferenti ai tre pilastri (stato, mercato e società civile) – per usare l’immagine di Rajan – affinché tutti si impegnino a lavorare insieme per assicurare un welfare dignitoso, in grado di garantire il benessere di tutti i cittadini, per ridurre la povertà e le disuguaglianze che sono aumentate nel nostro paese, anche a causa della pandemia. In questa prospettiva di rete va incentivata anche una maggiore collaborazione fra le esperienze di Welfare comunitario, municipale e aziendale che faticano a creare sinergie tra loro, seppure cominciano a evidenziarsi delle significative e innovative sinergie tra di essi.

La necessità di chiamare in causa il Terzo Settore immagino non risponda solo a una necessità di tipo utilitaristico. Quali sono le altre motivazioni che portano a questa scelta?

 Riconoscere la rilevanza del Terzo Settore non dipende unicamente dal fatto che le istituzioni pubbliche non sono più in grado di assicurare un welfare adeguato. Anche nel caso – che non è quello Italiano – in cui lo Stato e le sue strutture fossero efficaci le iniziative del Terzo Settore costituiscono comunque un valore aggiunto al sistema di welfare per una serie di ragioni fra le quali sottolineo le seguenti.

  • Il Terzo Settore è capillarmente diffuso sui territori, è più “vicino” ai cittadini e alle famiglie e quindi è meglio in grado sia di cogliere i bisogni sia di cooperare nel progettare e implementare le risposte più adeguate. Per sua natura, esso è particolarmente in grado di mettere in pratica quella prossimità di cui vi è un grande bisogno.
  • Il Terzo Settore rappresenta la forma più importante di manifestazione dei corpi intermedi (società civile), che a loro volta costituiscono elementi fondamentali della vita democratica nel mediare il rapporto fra i cittadini e le istituzioni, contribuendo a consolidare la coesione sociale in un Paese.
  • Il riconoscimento del ruolo del Terzo Settore è in linea con il principio della sussidiarietà orizzontale, così come previsto dall’art. 118 della Costituzione, per cui soggetti privati operano per soddisfare interessi generali, nell’espressione della libertà associativa e del pluralismo.
  • Infine, c’è ragione di ritenere che coloro che operano nel Terzo Settore, siano anche più sensibili al richiamo della responsabilità di cui vi è grande bisogno.

A tale riguardo è necessario specificare che occorre promuovere e adottare un concetto di responsabilità che pone sullo stesso piano il rapporto responsabile con sé e il rapporto responsabile con gli altri, perché entrambi sono egualmente rilevanti e tra loro connessi. In tal modo la responsabilità si salda con la solidarietà.

Sono ben consapevole che nel momento storico attuale la responsabilità è in crisi, poiché la morale corrente tende a privilegiare una nozione di responsabilità tutta centrata sul sé, cioè su se stessi, sul proprio corpo, sulla propria fragilità, sulla propria capacità di gratificarsi e di stare bene, mentre contemporaneamente perdono di rilevanza gli “altri”, la comunità, la società, l’umanità. Insomma, quanto più tende a diffondersi e forse addirittura a prevalere quello che chiamo “iperindividualismo”, tanto più si afferma una nuova moralità che da centrifuga diventa centripeta, cioè sempre più orientata a porre al centro se stessi e sempre meno gli altri, che vengono presi in considerazione spesso in termini meramente strumentali.

Occorre pertanto un impegno anche culturale per promuovere un’educazione alla responsabilità, la quale comporti anche l’impegno a prendersi cura degli altri.

È pur vero che l’attuale pandemia sta ridando importanza alla responsabilità e alla solidarietà, ma occorrerà vedere nel futuro se e in che misura questa attenzione andrà consolidandosi e traducendosi in azioni concrete.

Il bando di Assimoco si muove proprio su questi binari: rilanciare la responsabilità condivisa, promuovere la collaborazione tra pubblico, privato e privato sociale in una logica di et-et, sostenere politiche trasformative che producono innovazione e impatto sociale, capaci di rigenerare le comunità locali a partire dalle realtà profit e non profit che operano in un’ottica responsabile, favorendo in questo modo anche l’incremento della coesione sociale.

Per tutte queste ragioni va apprezzato il bando ideeRete, proprio perché è necessario e sempre più urgente attivare e sostenere quelle esperienze valide nelle nostre comunità per far sì che nessuno sia lasciato indietro, come è puntualizzato nello stesso Bando Assimoco.

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